11 giu 2018

   

0620

/

0380

La buona scuola

Il contenuto non è disponibile poiché non hai acconsentito all'uso di cookie di terze parti. Se vuoi modificare la tua scelta o avere maggiori informazioni, consulta la privacy policy.

Vi propongo un patto, un patto educativo, non l’ennesima riforma, non il solito discorso che propongono tutti i politici: adesso dobbiamo cambiare le regole del no.

Vi propongo una cosa diversa: abbiamo un anno di tempo per rivoluzionare la scuola italiana, ma soprattutto per darle importanza, perché i politici di solito quando parlando di scuola, la mettono in fondo al sacco, la mettono come una delle ultime ruote del carro, la scuola è quello che resta. Prima c’è da rifare la pubblica amministrazione, organizzare il bilancio dello stato, sistemare i vincoli economici; tutte cose importanti, ma è la scuola il cuore di tutto.

Se noi saremo in grado nei prossimi 12 mesi di ripensare a come l’Italia investe sulla scuola, allora costruiremo la crescita dei prossimi vent’anni, allora costruiremo un’occasione di bellezza educativa per i nostri figli e anche per le famiglie, che spesso vedono nella scuola non più un luogo dove stare sicuri ma un luogo di preoccupazione.
Pochi discorsi, concretezza.

Ruolo degli insegnanti: noi diciamo basta ai precari e alla supplentite, però bisogna anche avere il coraggio di dire che si devono giudicare gli insegnanti e gli scatti di stipendio devono essere sulla base del merito e non sulla base dell’anzianità.

Due: gli argomenti, gli argomenti di discussione, i temi: quelli che quando ero piccolo io si dicevano i programmi. Una grande campagna di ascolto di due mesi, dal 15 settembre al 15 novembre, perché ogni studente ci dica insieme alla sua famiglia, i suoi amici, alla sua associazione, di che cosa vuole parlare nella scuola italiana.

È giusto o no dedicare più ora alla storia dell’arte, alla musica, all’inglese, all’educazione fisica e motoria? Io credo di si, ma sarà bellissimo ascoltare la voce di tutti perché la scuola non è del Presidente del Consiglio, non è del ministro. È ancora l’organizzazione gestionale, non soltanto investendo sulle nuove tecnologie e sulla digitalizzazione, ma anche consentendo ai presidi di essere davvero in grado di esercitare l’autonomia, e i rapporti con il territorio, e l’offerta formativa. Quante sfide abbiamo davanti?
Noi oggi proponiamo il rapporto sulla scuola italiana, dal 15 settembre al 15 novembre, la campagna di ascolto, ci interessa l’opinione di tutti, nessuno si senta escluso.

E poi con la legge di stabilità, cioè il bilancio dello Stato, mettiamo più soldi sulla scuola, perché mettere i soldi sulla scuola non è un costo, è un investimento per i nostri figli, per il nostro futuro, per l’Italia, chi vuole bene all’Italia, vuole bene alla scuola.
Poi, a partire da gennaio, i provvedimenti normativi, perché il 2015 sia l’anno in cui si inizia a fare sul serio, ma non ripartendo come sempre da capo, provando a cambiare la nostra mente e mettendo la scuola al centro dello sviluppo dell’Italia che verrà.

Non è una riforma, non è l’ennesima riforma della riforma, si tratta semplicemente di provare a credere in noi stessi, cioè di credere nell’Italia, cioè di credere nella scuola.
Vi chiedo allora un aiuto, una mano, i giorni che ci aspettano sono giorni meravigliosi, non buttiamoli via. Abbiamo il coraggio di provare insieme a disegnare la scuola che verrà, e forse anche così l’Italia tornerà ad essere custode della straordinaria bellezza che ha.

Per partecipare >> http://labuonascuola.gov.it/

Non una riforma, non un adempimento burocratico, non un libro dei sogni.

Un patto, semplice e concreto.

L’Italia cambierà solo se noi metteremo al centro la scuola.

Noi possiamo mettere al centro la scuola solo se lo facciamo assieme agli studenti, ai professori, ai dirigenti scolastici, alle famiglie, al personale tecnico.

Il Parlamento può cambiare una legge. La scuola può cambiare un Paese.

Noi siamo pronti a fare la nostra parte, cambiando tutte le leggi che vanno cambiate.

Ma vi proponiamo di aiutarci a cambiare il Paese.

Come?

Molto semplice.

Qui trovate il rapporto sulla scuola, con le idee del Governo.

Dal 15 settembre al 15 novembre andremo scuola per scuola, aula per aula a raccogliere le vostre opinioni. Scriveteci, criticateci, diteci la vostra. Coinvolgetevi. Sono anni che fanno le riforme passando sopra la vostra testa. Stavolta, no. Vogliamo affrontare questa sfida insieme.

Noi vi proponiamo i dodici punti che trovate nell’elenco allegato: mai più precari, dal 2016 solo concorsi, basta supplenze, la scuola fa carriera, la scuola si aggiorna, scuola di vetro, sblocca scuola, scuola digitale, cultura in corpore sano, le nuove alfabetizzazioni, fondata sul lavoro, la scuola per tutti tutti per la scuola. Trovate i singoli punti nel documento allegato. Leggetelo, approfonditelo, discutetelo.

Poi nella legge di stabilità entro l’anno mettiamo i soldi che servono, per questo progetto e per l’edilizia scolastica. Da gennaio i testi di legge. Il 2015 – dopo una lunga discussione – diventa l’anno della sfida.

Vi propongo un patto, un patto educativo.

Noi sul tavolo mettiamo le idee che vedete e tutto il coraggio che abbiamo, per evitare il coro di lamentela dei rassegnati e dei cinici che già dicono: “Tanto non cambia mai nulla”

A voi chiedo di essere protagonisti e non spettatori.

Chi vuole bene all’Italia vuole bene alla scuola. Renderla più giusta e più rispettata è il nostro obiettivo. Lo facciamo insieme?

Matteo Renzi

matteo@governo.it

 

Materiale destinato alla stampa:
Scarica PDF "La Buona Scuola" Scarica PDF "La buona scuola in dodici punti"